LE ASSUNZIONI GOVERNATE DALL'ALGORITMO
di Luca Menichino 


È appena stata introdotta sul mercato una app “hireability” in cui l’assumibilità di un candidato viene valutata da una community costituita da una pluralità di soggetti che esprimono il loro gradimento. La valutazione è rimessa agli umori della community, in cui gli aspetti pubblici più gradevoli e più spettacolari saranno valorizzati ai fini del punteggio. Un solo aspetto pubblico non allineato e non gradito alla folla condurrà inevitabilmente alla bocciatura. Al pari di quanto avviene per l’indicizzazione delle pagine da parte di Google, l’app si fonda sulla teoria della saggezza della folla, per cui la community sarebbe in grado di esprimere un giudizio di valore migliore degli esperti. Una tesi discutibile che funziona forse per i numeri e per i concetti semplici, ma che ben difficilmente si può estendere alle molteplici e mutevoli caratteristiche di una persona. Può essere uno strumento di ausilio per una valutazione, ma se ci si appiattisce su questo modello in modo acritico, si perdono di vista tutte le sfaccettature dell’uomo e, come diceva un acerrimo critico della teoria della saggezza della folla, Jaron Lanier, si entra nel maoismo digitale o nel totalitarismo della cibernetica.


 
Milano, 18 giugno 2019